L’invito al Governo è di eliminare definitivamente l’obbligo di presentare in aggiunta al green pass un tampone negativo, attualmente prescritto dall’Ordinanza del Ministero della Salute in scadenza il prossimo 31 Gennaio, e di riallinearsi così al concetto iniziale dell’EU DCC per consentire la libera circolazione all’interno dell’Europa. Si chiede inoltre che la validità del green pass rimanga di 9 mesi, in linea con quanto accade nella gran parte del continente. L’Italia, al momento, risulta fortemente penalizzata e rischia di vedere ulteriormente compromessa la ripresa di settori come quello del trasporto aereo e del turismo.
È ormai ampiamente dimostrato che lo EU Digital Covid Certificate, anche noto come Green Pass, sia stato e continui ad essere lo strumento fondamentale per contrastare la pandemia senza imporre severe limitazioni alla mobilità delle persone e facilitarne gli spostamenti in maniera sicura.
Il certificato è stato emesso in più di 800 milioni di esemplari e 60 Paesi in cinque continenti si sono uniti al sistema che lo gestisce.
A dicembre la Commissione UE ha pubblicato un Regolamento delegato che prevede per il certificato un periodo di accettazione vincolante della durata di 9 mesi (per l’esattezza 270 giorni) ai fini degli spostamenti intra-europei mentre in Italia, per lo stesso documento, sarebbe prevista una riduzione della validità a 6 mesi a partire dal 1° Febbraio.
Le prescrizioni del Regolamento delegato entreranno in vigore in tutta la EU dal prossimo 1° febbraio; siamo fiduciosi che il Governo,alla luce degli attuali disagi, colga questa occasione per riportare il quadro normativo italiano in linea con il sistema di gran lunga prevalente in Europa e, per quanto riguarda l’operatività anche delle compagnie extra-europee, risolva positivamente l’impasse venutasi a creare per i membri degli equipaggi. Per questi ultimi infatti, pur se esentati da precedenti disposizioni per motivi operativi, permane tuttora l’obbligo di presentare il cosiddetto “green pass rafforzato” per accedere agli alberghi normalmente utilizzati per le soste obbligatorie tra i turni di servizio.
Ieri il Consiglio dell’UE ha pubblicato una raccomandazione che invita gli Stati Membri ad applicare misure di contrasto al COVID19 a livello personale anziché regionale. Inoltre anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si è espressa favorevolmente in merito all’abolizione di ulteriori restrizioni per i viaggiatori completamente vaccinati e quelli che siano guariti dal COVID-19 nei sei mesi precedenti il viaggio.
Adottare misure unilaterali significherebbe ritornare alla frammentazione e alle incertezze che hanno caratterizzato gli ultimi due anni e non aiuterebbe a far ripartire il settore del turismo e del trasporto aereo ancora fortemente penalizzati.
Paesi quali la Germania, la Spagna e la Svizzera si stanno già allineando alle posizioni degli organismi internazionali, il Regno Unito ha confermato l’eliminazione dell’obbligo di tampone negativo per i passeggeri vaccinati; sarebbe davvero controproducente se l’Italia non si uniformasse agli standard europei minacciando così seriamente la ripresa del trasporto aereo e di tutto il comparto del turismo.
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