Solimeno: i vettori non possono essere considerati un bancomat

Milano, 10 feb. (askanews) – I dati sul traffico aereo in Italia nell’ultimo anno raccontano un settore con luci e ombre. Se il bilancio è stato positivo per il 2015, fa sapere l’Italian board airline representative (Ibar), restano alcuni nodi da sciogliere. A cominciare dal peso eccessivo della fiscalità e dalla normativa incerta.

Lo scorso anno, ha sottolineato il segretario generale, Luciano Neri, durante la presentazione a Milano del rapporto sui flussi del traffico aereo in partenza dall’Italia, “si è registrato un buon andamento dei volumi accompagnato da un costante calo delle tariffe”. La geografia dei viaggi aerei mostra l’Asia in una posizione dominante. A crescere, è stato soprattutto il sub-continente indiano (+8,1%), seguito dall’Asia continentale (+ 6,1%) e il Sud-Est asiatico (+5,8 %). Stabile (-1%) il flusso verso Occidente, soprattutto grazie alla performance del Sud America (+6,5%). Pesa invece l’instabilità politica del Nordafrica dove il calo si è attestato intorno al 12% (-11,7%). E la situazione ha avuto riflessi sull’intero Continente africano (-4,9%) a beneficio, per converso, dell’Europa meridionale.

Guardando in casa nostra l’alta velocità ha sottratto passeggeri all’aereo generando un calo del 3,3%. Quanto alle tariffe, nel 2015 il calo del costo medio dei biglietti per viaggi intercontinentali si attesta al 2,9% e raggiunge il 4,3% in ambito Europeo.

Restano sul tavolo però molte problematiche, messe in luce dal presidente dell’associazione, Umberto Solimeno. Il primo tema è quello della tassazione (per un biglietto aereo in Italia è del 42%), seguito a ruota dall’incertezza del quadro normativo. In questo ultimo caso, in particolare, accanto alla presenza di due autorità di vigilanza esiste una sovrapposizione di Enti. Poi c’è la questione aeroporti, con una procedura di infrazione dell’Unione europea sui contratti di programma in deroga e il ruolo dell’Enac, aumenti tariffari accordati con una remunerazione del capitale – mediamente il 10% – fuori mercato e adeguamenti tariffari concessi con preavviso troppo breve, anche in questo caso con danni per i vettori che si vedono costretti a corrispondere importi non incassati.

Le compagnie aeree, ha concluso Solimeno, “non possono essere più considerate il bancomat a cui attingere per esigenze di fiscalità generale o per investimenti sulle infrastrutture che competono ad altri”. Per questo motivo, l’Ibar, che ha denunciato la gravità dell’ultima tassa introdotta di 2,50 euro, “a Natale senza che ne sapesse niente nessuno e non per investimenti nel trasporto aereo ma per le casse dell’Inps”, ha annunciato che “tutelerà sia a livello nazionale che europeo gli interessi dei vettori e dei consumatori contro ogni ulteriore aggravio impositivo su un settore di vitale importanza per l’economia del Paese”.

Per Solimeno la situazione della tassazione sulle compagnie aeree in Italia, che ha già portato Ryanair a annunciare l’abbandono di alcune basi, “può determinare 750.000 passeggeri in meno e la perdita di 2300 posti di lavoro, e anche la scelta per alcuni vettori tradizionali intercontinentali di non fare più scalo in Italia ma di fermarsi in paesi che hanno o ridotto o eliminato le tasse”, come Francia, Olanda e Irlanda.

FONTE: http://www.le-ultime-notizie.eu/articulo/ibar-bene-volumi-traffico-aereo-2015-ma-molti-nodi-da-sciogliere/1687414

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