Le priorità dell’Ibar secondo Negrini
Anno da incorniciare, il 2016, per le compagnie aeree che aderiscono all’Ibar, l’Italian Board of Airlines Representatives. I dati sono contenuti nel Rapporto che sarà presentato a giorni, i cui contenuti sono anticipati dal neo presidente dell’associazione, Benito Negrini: «Lo scorso anno l’incremento complessivo dei passeggeri in Italia si è attestato sul +6%. Tra le aree più dinamiche c’è la Cina che, grazie ai nuovi collegamenti diretti, registra incrementi a doppia cifra. Molto positive anche le performance di Sud-Est Asiatico e Subcontinente indiano». Su tutto, però, pesa un divario infrastrutturale tra gli aeroporti italiani e quelli dei nostri competitor italiani. Un gap da colmare in fretta.
Scenario positivo, dunque. Ma quali sono i nodi ancora da sciogliere?
«Anche nel 2016, come accade ormai da anni, i passeggeri hanno potuto beneficiare di un calo delle tariffe. I ribassi sono stato superiore al 10% sulle direttrici caratterizzate da uno scenario fortemente competitivo, come per esempio quelle asiatiche. Constatiamo, però, con preoccupazione, che i costi aeroportuali seguiranno la dinamica opposta: una comparazione di Iata ha dimostrato che per le tariffe di un campione rappresentativo di aeroporti italiani è previsto un incremento medio del 27% per il periodo 2016-2019. Questo sviluppo evidenzia chiaramente la necessità di un rafforzamento del quadro normativo per evitare che gli aeroporti monopolistici abusino della loro posizione dominante».
Quali sfide attendono le compagnie aeree per migliorare i rapporti con gestori aeroportuali, autorità pubbliche e operatori turistici?
«Ibar, insieme alle altre associazioni che rappresentano i vettori, continuerà a insistere su miglioramenti normativi che producano effetti auspicabili come una maggiore trasparenza, miglioramenti nella qualità dei servizi, utilizzo efficiente delle infrastrutture, correttezza dei costi e prezzi più bassi per utenti e consumatori. Tra le priorità c’è l’esigenza di un singolo regolatore indipendente per la supervisione degli aeroporti. Sarebbe, poi, necessario dare piena applicazione ai principi di relazione su costi, trasparenza, consultazione e non-discriminazione incardinati nella normativa europea. Invochiamo anche l’applicazione del meccanismo Single Till, l’unico in grado di generare tariffe aeroportuali comparabili a quelle prodotte da un ambiente competitivo. E ancora: vorremmo essere consultati riguardo ai progetti infrastrutturali degli aeroporti. Infine, un richiamo alle tariffe aeroportuali che devono essere calcolate sulla base di costi improntati all’efficienza e non, come accade attualmente, a parametri predeterminati, magari estendendo a tutti gli scali italiani il Service Level Agreements, che regola i rapporti tra vettori e gestori aeroportuali».
La questione aeroporti è prioritaria, quindi.
«L’Italia ha urgente necessità di colmare il divario infrastrutturale con molti Paesi europei. Gli aeroporti sono il biglietto da visita di un Paese e del territorio che li circonda e, come tali, devono diventare degli snodi che facilitino quanto più possibile la mobilità in generale e il collegamento con altre modalità di trasporto. Nell’esperienza di viaggio dei nostri clienti poche ore di volo non sono più compatibili con lunghi tempi di attesa per il ritiro del bagaglio, con file interminabili in attesa di un taxi o con servizi ferroviari che – quando esistono – sono spesso costosi e poco frequenti con i centri delle città».
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