Parole chiave: Digitalizzazione e Sostenibilità.  IBAR è in prima linea per l’applicazione di standard condivisi e iniziative per accelerare la digitalizzazione dei processi  e un approccio più green nella filiera del cargo aereo. Secondo Luciano Neri e Edvino Corradi, che ricoprono rispettivamente i ruoli di Segretario Generale e Consigliere Delegato dell’associazione, siamo sulla buona strada.

CS: Dottor Neri, durante il convegno dell’Osservatorio Cargo Aereo 2023, che si è tenuto a Milano lo scorso 18 maggio, è stata ribadita l’importanza di dare impulso alla digital transformation nel comparto del cargo aereo italiano per acquisire maggiore competitività su scala internazionale. A suo parere, qual è lo “stato dell’arte” della digitalizzazione del nostro settore?

LN: La digitalizzazione di tutti i processi legati al cargo aereo nel nostro paese è una necessità improcrastinabile: è sempre più evidente che le soluzioni IT sono ampiamente disponibili e che, grazie alle esperienze mutuate anche da altri comparti, non si tratta più di pianificare corposi investimenti per lo sviluppo dei protocolli di comunicazione compatibili con altri sistemi: siamo infatti arrivati, anche velocemente, al plug & play. L’interoperabilità è ormai possibile anche tra sistemi e reti che non parlano lo stesso linguaggio.
Dunque, una volta rimossi i colli di bottiglia informatici e le comprensibili ritrosie rispetto agli investimenti, si deve considerare che oggi l’attrattività di un “sistema paese” si misura non solo sugli indici di connettività aerea, che rimangono importanti, ma sul grado di digitalizzazione dei processi.

CS: Uno dei benefici della digitalizzazione dei processi riguarda il miglioramento della qualità dei dati.  A questo proposito, il gruppo di interesse IATA Cargo iQ, ha definito degli standard. In che misura Cargo iQ contribuisce a migliorare la qualità del servizio delle compagnie aeree cargo?

LN: Il trasporto aereo di passeggeri e di merci è una industria globale per definizione. Dunque, il ruolo di IATA nella definizione di standard condivisi è fondamentale. Il gruppo di interesse Cargo IQ va esattamente in questa direzione: è alquanto significativo che la lista dei membri di Cargo IQ oggi comprenda, oltre a una trentina di compagnie aeree, spedizionieri, ground handler , associazioni di rappresentanza della logistica e degli aeroporti, e aziende che sviluppano soluzioni IT (rileviamo con piacere che CARGO START figura tra queste ultime).In Cargo IQ la qualità del servizio e – di riflesso – dei dati a disposizione di tutte le componenti della filiera, è assicurata dalla combinazione di tre elementi: il Master Operating Plan, manuale operativo che definisce nel dettaglio i processi volti ad assicurare un trasporto seamless della merce dal mittente al destinaraio; la certificazione dei quality standards dei membri Cargo iQ da parte di auditor esterni a seguito di test molto rigorosi e, infine, la possibilità per i membri Cargo iQ di mettere a confronto la propria performance con i valori medi dell’industria, grazie all’Air Cargo Intelligence Hub. 

CS: La qualità dei dati è particolarmente importante per i processi legati al tracciamento delle merci. Nella logistica del farmaco, possiamo dire che è quanto mai cruciale e, non a caso, rappresenta una delle priorità dei gruppi di lavoro che operano nell’ambito della comunità tecnica Pharmacom Italia, con cui la vostra associazione collabora a diversi progetti. Come si concretizza il ruolo di IBAR in questo contesto?

LN: Tra i principali utilizzatori del cargo aereo, l’industria farmaceutica è la più interessata alla implementazione di soluzioni che consentano non solo la tracciabilità delle spedizioni, ma anche la raccolta di dati a tutela della integrità del prodotto. Pharmacom Italia è perciò un nostro Partner naturale e siamo molto soddisfatti della collaborazione che ci vede fianco a fianco nell’ implementazione dei progetti pilota a cui stiamo lavorando. Le associazioni di categoria, compresa IBAR per quanto riguarda le compagnie aeree, svolgono un compito importante nella sensibilizzazione degli associati e nel coordinamento generale dei progetti.
Siamo ormai molto vicini alla fase che vedrà la partecipazione diretta delle aziende interessate ai test che si svolgeranno sul campo.

CS: Dottor Corradi, parliamo di Malpensa e della piattaforma digitale SmartCity MXP delle merci.
 Perché c’è voluto così tanto per far decollare il progetto?  Quali vantaggi porterà l’adesione obbligatoria proposta da SEA Milano Aeroporti, con l’endorsement delle associazioni di categoria?

EC: Abbiamo seguito lo sviluppo del progetto sin dalle prime fasi molti anni fa. L’idea della piattaforma era un buon approccio e lo è ancora. Probabilmente in passato, la scarsa propensione alla digitalizzazione di molti addetti ai lavori ha rallentato l’utilizzo della piattaforma. Oggi, in una epoca di nativi digitali, è lecito attendersi un utilizzo ben maggiore e ci aspettiamo di vedere ben presto dei benefici rilevanti nella gestione degli scarichi/carichi dei mezzi. Inoltre, grazie alla sua modularità, la piattaforma è un buon punto di partenza per gli sviluppi futuri; non ultimo la sua interoperabilità nell’universo ONE Record di IATA.

CS: A proposito di OneRecord, nel corso dell’ultima edizione del “World Cargo Symposium” IATA ha annunciato che, dal 2026, “ONE Record” sarà lo standard universale per lo scambio dei dati. A che punto siamo nell’applicazione di questo standard?

EC: IATA ha fornito un segnale molto importante ed ha indicato la via da percorrere.
Anni fa la e-AWB era stata confermata come il ”preferred mode of transport contract”.  Questo e’ stato solo il primo passo verso la “rivoluzione ONE Record”. Con ONE Record vengono infatti definiti gli standard digitali che coinvolgono tutti gli attori della filiera del trasporto aereo.  In questo momento, a livello mondiale si stanno svolgendo molti test ed in alcune realtà anche implementazioni, in Italia siamo ancora alla fase preliminare ma contiamo di poter passare dalle parole ai fatti nella prima metà del 2024.

CS: Quali sono, a suo avviso, le sfide e le opportunità di questa importante iniziativa?

EC: La sfida più ardua è, come è già successo per l’iniziativa e-freight, il cambio di mentalita’.
Dobbiamo uscire dalle logiche settoriali e guardare al futuro, che nel nostro comparto non può non avere una forma digitale e condivisa. Certamente l’aspetto finanziario ha la sua rilevanza, ma non può più essere considerato uno show-stopper. Le opportunità che offre ONE Record sono, di fatto, infinite. La possibilità di collegare finalmente tutti gli attori della filiera del trasporto (dal mittente alle autorità solo per citare due esempi) utilizzando un unico modo di comunicazione è il futuro. E questo futuro è già disponibile

CS: L’associazione della parola “futuro” con la parola “sostenibilità” viene spontanea: come da lei sottolineato durante il convegno dell’Osservatorio Cargo Aereo 2023, questo tema sembra non essere ancora prioritario per la comunità italiana del cargo aereo. Perché esiste ancora questo gap rispetto ad altri paesi europei? E cosa si può fare per incentivare l’impegno degli operatori?

EC: La sostenibiltià è sicuramente un tema che sta prendendo sempre più spazio nelle nostre vite.
La sostenibilità è in tutto quello che facciamo, sia nella vita privata che nel nostro lavoro. In Italia si sta facendo molto, forse più di quel che crediamo, ma siamo ancora indietro rispetto ad altri Paesi.
Le compagnie aeree hanno già intrapreso moltissime iniziative ed offrono la possibilità di scelta ai propri clienti per ridurre l’impatto ambientale. Fortunatamente notiamo una sempre maggiore attenzione a questo aspetto

CS: Secondo lei, l’obiettivo dell’iniziative FlyNetZero di IATA (“zero emissioni entro il 2050”) è realistico?

EC: FlyNetZero non è più solo un obiettivo definito in ambito IATA ma è ora un “Long Term Aspirational Goal” (LTAG) formalmente adottato dalla 41esima Assemblea ICAO dell’ottobre 2022.
Dunque, non solo l’industria del trasporto aereo ma anche gli Stati lo ritengono realistico e raggiungibile. Ora per tradurlo in realtà serve l’impegno di ognuno di noi.

CS: CARGO START è membro di IBAR dall’autunno del 2022. Quale può essere il contributo di un provider tecnologico nell’ambito di un’associazione come Ia vostra?

LN: I compiti principali di IBAR, oltre al mantenimento delle relazioni con le Istituzioni e le Autorità di riferimento per la nostra industria, comprendono l’attività di servizio resa in termini di informazione e di aggiornamento al Management locale delle 50 Compagnie Aeree che ci onorano della loro fiducia
Ciò significa anche illustrare le novità tecnologiche che di volta in volta si affacciano nel nostro mercato, creando nuove opportunità di business e/o innalzando gli standard dei servizi resi dalle compagnie alla propria clientela. Da questo punto di vista, un partner tecnologico come CARGO START ci sembra avere il profilo ideale per poter innalzare sempre di più la asticella dell’innovazione. Ci aspettiamo dunque risultati molto positivi da questa collaborazione.

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