L’IBAR (Italian Board Airline Representatives) accoglie con soddisfazione i recenti annunci del Ministro dei Trasporti e del Presidente del Consiglio in merito ad una riconsiderazione delle tasse municipali addizionali sugli imbarchi attualmente in vigore. “Un Paese a forte vocazione turistica – dichiara il Presidente IBAR Solimeno – a nostro avviso deve perseguire una politica fiscale che sia un facilitatore, e non come ora un deterrente, della mobilità dei cittadini ed al contempo incoraggi gli investimenti delle Aziende impegnate nel trasporto aereo”. Oggi l’aumento della sola addizionale comunale di 2,50 euro per passeggero aereo causa un mancato introito di 146 milioni di euro, una perdita di oltre 2.200 posti di lavoro nel settore ed indotto e soprattutto una perdita di oltre 750.000 passeggeri annui, come emerso da un’elaborazione IATA.
“Recenti esperienze in ambito UE – continua Solimeno – hanno dimostrato in maniera incontrovertibile che la riduzione della fiscalità sul trasporto aereo genera effetti positivi sui volumi in transito negli aeroporti interessati favorendo di conseguenza la crescita del PIL. Dunque, in attesa dei provvedimenti attuativi, l’IBAR valuta positivamente l’impatto potenziale di una tale decisione. Gli annunci del governo sembrano andare nella giusta direzione, noi auspichiamo che non ci si limiti a rimuovere la addizionale di 2,50 euro recentemente introdotta ma che si colga questa occasione per rivedere il fondamento economico di un regime impositivo particolarmente gravoso per l’utenza del trasporto aereo”.
L’addizionale comunale sui diritti d’imbarco è stata introdotta in Italia nel 2003 per reperire le risorse necessarie al potenziamento della sicurezza degli impianti. Nel corso degli anni sono intervenute diverse revisioni al rialzo (per un incremento pari al 1000% in dodici anni) che hanno portato il valore di questo tributo da 1 euro iniziale agli attuali 9 euro (10 euro per le partenze da Fiumicino).
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